Report
EMISSIONI DI OSSIDI DI AZOTO COMPLESSIVE E DA PROCESSI ENERGETICI
Abstract:
L'indicatore riguarda le emissioni di ossidi di azoto (NOx) in atmosfera, all'origine dei processi di acidificazione ed eutrofizzazione. Tali emissioni provengono essenzialmente dai processi di combustione (impianti per la produzione di energia, riscaldamento domestico, trasporti); esse possono essere ridotte attraverso interventi sulle tecnologie stesse e/o tramite il trattamento degli effluenti gassosi del processo. Nel 2019, i processi energetici hanno contribuito per il 91,1% alle emissioni complessive di ossidi di azoto. Il contributo relativo dei processi energetici alle emissioni di ossidi di azoto mostra una progressiva diminuzione a partire dal 1996 fino al 2019, passando da 96,2% a 91,1%, dovuto alla maggiore efficienza dei sistemi di abbattimento delle emissioni di ossidi di azoto nel settore energetico. Dal 1990 si osserva la diminuzione delle emissioni di ossidi di azoto da processi energetici (-72% nel 2019 rispetto al 1990), grazie all’utilizzo di dispositivi per l’abbattimento delle emissioni dagli impianti stazionari e soprattutto da quelli mobili. Nel 2019, le emissioni totali di NOx sono inferiori del 51,4% rispetto al 2005, in linea con il rispetto dei protocolli internazionali in materia di acidificazione.
Descrizione:
L'indicatore riguarda le emissioni di ossidi di azoto (NOx) in atmosfera, all'origine dei processi di acidificazione ed eutrofizzazione. Tali emissioni provengono essenzialmente dai processi di combustione (impianti per la produzione di energia, riscaldamento domestico, trasporti); esse possono essere ridotte attraverso interventi sulle tecnologie stesse e/o tramite il trattamento degli effluenti gassosi del processo.
Scopo:
Valutare il ruolo dei processi energetici rispetto alle emissioni di ossidi di azoto, al fine di diminuire il contributo dell'uso dell'energia all'inquinamento atmosferico.
Rilevanza:
È di portata nazionale oppure applicabile a temi ambientali a livello regionale ma di significato nazionale
È in grado di descrivere il trend senza necessariamente fornire una valutazione dello stesso
È semplice, facile da interpretare
È sensibile ai cambiamenti che avvengono nell’ambiente e/o delle attività antropiche
Fornisce un quadro rappresentativo delle condizioni ambientali, delle pressioni sull’ambiente o delle risposte della società, anche in relazione agli obiettivi di specifiche normative
Fornisce una base per confronti a livello internazionale
Ha una soglia o un valore di riferimento con il quale poterlo confrontare
Misurabilità:
Adeguatamente documentati e di fonte nota
Aggiornati a intervalli regolari e con procedure affidabili
Facilmente disponibili o resi disponibili a fronte di un ragionevole rapporto costi/benefici
Un’ “adeguata” copertura spaziale
Un’ “idonea” copertura temporale
Solidità:
È basato su standard nazionali/internazionali e sul consenso nazionale/internazionale circa la sua validità
È ben fondato in termini tecnici e scientifici
Presenta attendibilità e affidabilità dei metodi di misura e raccolta dati
Comparabilità nel tempo
Comparabilità nello spazio
Principali riferimenti normativi e obiettivi:
La Direttiva 2001/81/CE sui limiti nazionali di emissione, recepita in Italia dal Decreto legislativo n. 171 del 2004, ha fissato il tetto delle emissioni nazionali di NOx da raggiungere entro il 2010 a 990 kt. La direttiva costituisce la trasposizione a livello comunitario del protocollo di Göteborg del 1999 per combattere l’acidificazione, l’eutrofizzazione e l’ozono troposferico
Nel 2012 il protocollo è stato aggiornato con l’introduzione di un nuovo limite per le emissioni nazionali di NOx, da raggiungere entro il 2020. A differenza della normativa previgente, l’obiettivo non è più espresso in valore assoluto, ma come percentuale di riduzione ed è pari al 40% del livello di emissione registrato nel 2005.
Nel 2012 il protocollo è stato aggiornato con l’introduzione di un nuovo limite per le emissioni nazionali di NOx, da raggiungere entro il 2020. A differenza della normativa previgente, l’obiettivo non è più espresso in valore assoluto, ma come percentuale di riduzione ed è pari al 40% del livello di emissione registrato nel 2005.
DPSIR:
Pressione
Tipologia indicatore:
Descrittivo (tipo A)
Riferimenti bibliografici:
ISPRA, 2021. Italian Emission Inventory 1990-2019. Informative Inventory Report 2021 (http://www.sinanet.isprambiente.it/it/sia-ispra/serie-storiche-emissioni/informative-inventory-report/view)
Limitazioni:
La rilevanza dell'indicatore a livello locale è ridotta, per effetto della distribuzione non uniforme della produzione e del consumo di energia sul territorio nazionale.
Ulteriori azioni:
Per migliorare la qualità dei dati a livello regionale, è necessario disporre di informazioni dettagliate per la caratterizzazione delle emissioni dalle fonti stazionarie (ad es. dati di emissione degli impianti puntuali, addetti agli impianti industriali) e dalle fonti mobili (ad es. parco autoveicoli).
Frequenza rilevazione dati:
Annuale
Accessibilità dei dati di base:
ISPRA, Inventario delle emissioni in atmosfera
Fonte dei dati di base:
ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)
Descrizione della metodologia di elaborazione:
Stima effettuata nell'ambito della predisposizione dell'inventario nazionale delle emissioni
Core set:
Non compilato
Altri Core set:
Non compilato
Periodicità di aggiornamento:
Annuale
Copertura spaziale:
Nazionale
Copertura temporale:
1980-2019
Le stime sono calcolate in conformità alle caratteristiche di trasparenza, accuratezza, consistenza, comparabilità, completezza richieste dalla metodologia di riferimento per la realizzazione dell’Inventario nazionale delle emissioni in atmosfera. Sono disponibili dati a livello nazionale. È possibile calcolarli a livello regionale e provinciale; tuttavia il calcolo dell’indicatore richiede l’uso di algoritmi complessi. |
Stato:
Buono
Descrizione/valutazione dello stato:
Nel 2019 le emissioni di ossidi di azoto totali sono state 627 kt, mentre quelle da processi energetici sono ammontate 571 kt, con una riduzione rispettivamente dell’1,9% e del 2% rispetto all’anno precedente (Tabella 1).
Trend:
Positivo
Descrizione/valutazione del trend:
Dal 1990 si osserva la diminuzione delle emissioni di ossidi di azoto da processi energetici (-72% nel 2019 rispetto al 1990), dovuta all’utilizzo di dispositivi per l’abbattimento delle emissioni dagli impianti stazionari e soprattutto da quelli mobili. Le emissioni totali nel 2019 sono inferiori del 51,4% rispetto al 2005, in linea con il rispetto dei protocolli internazionali in materia di acidificazione (Tabella 1 e figura 1).
Variabili:
Emissioni complessive di ossidi di azoto (Mt per anno).
Emissioni di ossidi di azoto da processi energetici (Mt per anno).
Emissioni di ossidi di azoto da processi energetici (Mt per anno).
Allegati:
Allegato | Dimensione |
---|---|
![]() | 39.5 KB |
![]() | 66.75 KB |
![]() | 17.53 KB |
Per garantire la consistenza e la comparabilità dell’inventario, l’aggiornamento annuale delle emissioni comporta la revisione dell’intera serie storica sulla base delle informazioni disponibili e dei più recenti sviluppi metodologici.