- Macro aree
- Geosfera
Geosfera
- Uso del territorio
- Qualità dei suoli
- Evoluzione fisica e biologica dei suoli
- Siti contaminati
- Contaminazione dei suoli
- AGGIORNAMENTO CARTOGRAFIA GEOLOGICA UFFICIALEIl Progetto di Cartografia geologica (Progetto CARG) prevede la copertura totale del territorio italiano attraverso la realizzazione dei 636 fogli che costituiscono la Carta geologica d'Italia alla scala 1:50.000.CAMBIAMENTI DI CONSUMO DI SUOLO NELLE AREE SOGGETTE A VINCOLOIl D.Lgs. 42/2004 (Codice Urbani) è il principale riferimento normativo per la tutela, conservazione e valorizzazione del patrimonio culturale (beni culturali e paesaggio). L'incremento di suolo consumato tra il 2019 e il 2020, all’interno delle aree vincolate considerate nel loro complesso (cioè quelle identificate ai sensi dell’art. 142 e dell'art.136), è di poco superiore a 1.000 ettari di cui circa un terzo concentrato in tre regioni (Veneto, Lazio e Lombardia).CONSUMO DI SUOLO IN AREA COSTIERAL'indicatore quantifica le superfici di suolo consumato entro specifiche distanze dalle linee di costa e l'evoluzione temporale del fenomeno. È ormai artificializzato il 22,8% della fascia costiera entro i 300 metri, il 18,9% tra i 300 e i 1.000 metri e l'8,7% tra 1 e 10 km, a fronte di un 7,1% del resto del territorio.GEOSITIL’indicatore esprime il numero di geositi, siti geologici di importanza tale da determinare un interesse alla loro conservazione e alla loro tutela, che sono stati, ad oggi, individuati, descritti e inventariati nella banca dati Geositi dell'ISPRA. Al 30 giugno 2021 sono poco meno di 2.200.IMPERMEABILIZZAZIONE E CONSUMO DI SUOLOL'indicatore quantifica il suolo consumato a seguito di una variazione da una copertura non artificiale a una copertura artificiale, secondo il principio del consumo di suolo netto, ovvero al netto delle trasformazioni da suolo consumato a suolo non consumato (in genere ripristino di cantieri e di altre aree che l’anno precedente rientravano nel consumo di suolo reversibile). Il consumo di suolo netto registrato nel corso del 2020 ha riguardato 5.175 ettari di territorio, causando la perdita spesso irreversibile di aree naturali semi-naturali e agricole e dei loro rispettivi servizi ecosistemici.SITI DI ESTRAZIONE DI MINERALI DI PRIMA CATEGORIA (MINIERE)L'indicatore considera gli insediamenti estrattivi di minerali di prima categoria, come classificati dalla normativa in vigore con l'esclusione delle fonti energetiche fluide e delle sorgenti di acque minerali e/o termali, presenti sul territorio nazionale dal 1870 ad oggi. Ha la duplice valenza di individuazione dei potenziali giacimenti minerari ancora sfruttabili con tecniche sostenibili e di localizzazione delle potenziali fonti inquinanti legate alle vecchie metodiche estrattive. Dei 3.016 siti che sono stati in produzione negli ultimi 150 anni, solo 120 hanno una concessione ancora in vigore e 75 sono i siti che risultano in produzione nel corso del 2018. 630 siti minerari dismessi o abbandonati presentano un grado di rischio ecologico-sanitario da medio ad alto. Diversi siti minerari musealizzati sono entrati a far parte della Rete Nazionale REMI, gestita da ISPRA.
- CARBONIO ORGANICO DEL SUOLO E IMPATTO DEL CONSUMO DI SUOLOIl sequestro e lo stoccaggio di carbonio costituiscono un servizio di regolazione assicurato dai diversi ecosistemi terrestri e marini grazie alla loro capacità di fissare gas serra, seppur con diversa entità, secondo modalità incrementali rispetto alla naturalità dell’ecosistema considerato (tale regola vale in generale e nel contesto mediterraneo e del nostro Paese). Questo servizio contribuisce alla regolazione del clima a livello globale e gioca un ruolo fondamentale nell’ambito delle strategie di mitigazione e di adattamento ai cambiamenti climatici. Fra tutti gli ecosistemi terrestri, quelli forestali naturali e seminaturali presentano il più alto potenziale di sequestro di carbonio. Nel pool suolo, in particolare, il carbonio organico costituisce circa il 60% della sostanza organica presente e svolge un'essenziale funzione positiva su molte proprietà del suolo. Partendo dalla mappatura realizzata nell’ambito della GSP (Global Soil Partnership- GSOC map) per il serbatoio suolo, dai dati dell'Inventario Nazionale delle Foreste e dei Serbatoi Forestali di Carbonio (INFC) e dalle informazioni sulla copertura e consumo di suolo della cartografia ISPRA, l'indicatore fornisce una stima delle quantità di Carbonio Organico contenuto nei quattro pool per i suoli italiani e la variazione determinata dal consumo di suolo nel periodo 2012-2019 e 2012-2020.
- DEGRADO DEL SUOLOIl degrado del suolo e del territorio è un fenomeno complesso su cui incidono molti fattori interdipendenti e non vi è attualmente un consenso scientifico uniforme riguardo alle modalità di valutazione di questi fattori, che possono dare esiti diversi a seconda dei processi considerati. Oltre ai tre sub-indicatori proposti dall'UNCCD nell'ambito della Land Degradation Neutrality (copertura del suolo, contenuto in carbonio organico e indice di produttività del suolo) nel presente indicatore vengono considerati ulteriori indici/parametri, particolarmente rilevanti nel contesto italiano e disponibili a livello nazionale. I risultati mostrano che più di 12.000 km2 (circa il 4% del territorio nazionale) sono stati degradati da più di un fattore, ponendo questi territori tra le aree da tenere maggiormente sotto controllo.
- SITI CONTAMINATI DI INTERESSE NAZIONALEL’indicatore fornisce le informazioni principali sui 42 siti contaminati d’interesse nazionale (SIN). La superficie complessiva a terra dei SIN è pari a 171.211 ettari e rappresenta lo 0,57% della superficie del territorio italiano. L’estensione complessiva delle aree a mare ricomprese nei SIN è pari a 77.733 ettari. La problematica interessa, ad eccezione del Molise, tutte le regioni italiane. In termini di avanzamento complessivo delle procedure a terra, noto, sia per i suoli sia per le acque sotterranee, per meno del 50% dell’estensione totale dei 35 SIN considerati, si osserva che la caratterizzazione è stata eseguita ad oggi in oltre il 60% della superficie sia per i suoli che per le acque sotterranee,[gli interventi di bonifica/messa in sicurezza sono stati approvati con decreto in più del 14% delle superfici (18% nel caso delle acque sotterranee) e il procedimento si è concluso nel 16% della superficie complessiva per i suoli e nel 12% per le acque sotterranee.