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- EMISSIONI SPECIFICHE DEI PROCESSI PRODUTTIVI NELL'INDUSTRIA CARTARIAL'indicatore mette in relazione le principali emissioni specifiche generate dai processi produttivi nell'industria della carta con le quantità complessive di carta prodotta per valutarne la performance ambientale nel suo complesso e le emissioni specifiche generate. Nel 2019, rispetto all'anno precedente, le emissioni specifiche di tutti gli inquinanti risultano costanti ad eccezione delle emissioni degli ossidi di zolfo che diminuiscono del 22,8%, mentre rispetto al 1990 si rilevano una diminuzione del 99,8% per gli ossidi di zolfo e del 99,8% per i COVNM.EMISSIONI SPECIFICHE DEI PROCESSI PRODUTTIVI NELL'INDUSTRIA CHIMICAL'indicatore mette in relazione le emissioni complessive di COVNM, NOx, SOx e CO generate dai processi produttivi del settore chimico e petrolchimico con le quantità complessive prodotte per valutare le emissioni specifiche generate dalla produzione di un'unità di prodotto in tale settore industriale. Nel 2019, rispetto al 2018, le emissioni specifiche di NOx sono diminuite del 10%, le emissioni specifiche di SOx sono rimaste sostanzialmente invariate mentre per le emissioni specifiche di COVNM e CO si osservano degli incrementi del 10% e del 15% rispettivamente.EMISSIONI SPECIFICHE DEI PROCESSI PRODUTTIVI NELL'INDUSTRIA DEI MINERALI NON METALLIFERIL'indicatore mette in relazione le emissioni complessive generate dai processi produttivi del settore della produzione dei minerali non metalliferi con le quantità complessive prodotte per valutare le emissioni specifiche generate dalla produzione di un'unità di prodotto. Nel 2019, rispetto al 2018, le emissioni specifiche di tutte le sostanze considerate sono diminuite ad eccezione dei COVNM, che risultano in leggero aumento. La situazione nel complesso può essere definita stabile.EMISSIONI SPECIFICHE DEI PROCESSI PRODUTTIVI NELL'INDUSTRIA METALLI NON FERROSIL'indicatore mette in relazione le emissioni complessive generate dai processi produttivi del settore della produzione e lavorazione dei metalli non ferrosi con le quantità complessive prodotte per valutare le emissioni specifiche generate dalla produzione di un'unità di prodotto. L'analisi dei dati evidenzia una consistente riduzione delle emissioni specifiche rispetto al 1990 con eccezione dei COVNM che sono aumentati. Negli ultimi anni, inoltre, mentre il CO è in diminuzione e gli NOx sono praticamente stabili, per i COVNM e SOx le emissioni sono in lieve aumento.EMISSIONI SPECIFICHE DEI PROCESSI PRODUTTIVI NELL'INDUSTRIA SIDERURGICAL'indicatore mette in relazione le emissioni complessive generate dai processi produttivi del settore siderurgico e la quantità complessiva di acciaio prodotto per valutare le emissioni specifiche generate dalla produzione dell'acciaio. Tra il 2018 e il 2019 tutte le sostanze considerate presentano un aumento. L'entità delle fluttuazioni negli ultimi anni è modesta, la situazione può essere definita stabile.IMPRESE INDUSTRIALIL'indicatore consente di quantificare il numero delle imprese industriali attive, le relative unità locali produttive presenti sul territorio e il numero di addetti. Nel 2019, a livello nazionale, si rileva una diminuzione dello 0,8% del numero delle imprese attive nell’industria in senso stretto, rispetto all’anno precedente. A livello regionale, si osservano valori in diminuzione per tutte le regioni, escluso per la Basilicata, probabilmente dovuto ad un errore di rilevazione nell’anno 2018, mentre si rileva un aumento generalizzato, degli addetti alle imprese, che, a livello nazionale, risulta dell’1,1%. A livello di macroarea geografica, la diminuzione del numero delle imprese è risultata dell’1,3% al Nord, dello 0,8% al Centro, mentre al Sud si rileva un aumento dello 0,2% al Sud e Isole.INDICE DELLA PRODUZIONE INDUSTRIALEL'indice valuta il livello di produzione industriale correlabile alle pressioni ambientali. La dinamica ciclica della produzione industriale in Italia dal 2008 al 2013 è stata contrassegnata dalla presenza di due forti periodi recessivi che hanno comportato una grave perdita produttiva nel periodo tra l’aprile 2008 e il novembre 2013. Nel 2015 la produzione industriale in Italia ha ripreso a crescere con dinamiche settoriali non uniformi favorita, soprattutto, dalle componenti dei beni strumentali. Nel 2016 e nell'intero 2017 l’attività dell’industria in senso stretto è cresciuta. Nel primo semestre 2020 l’indice ha subito una forte diminuzione a causa degli effetti dovuti alla chiusura di diverse attività produttive, in seguito alla prima ondata della crisi pandemica Covid-19. All’inizio del 2021 una seconda ondata della crisi pandemica ha portato ad una nuova diminuzione della produzione industriale, che dal secondo semestre del 2020 era in ripresa.INTENSITA' DI EMISSIONE DI ANIDRIDE CARBONICA NELL'INDUSTRIA CARTARIAViene presentata l’intensità di emissione di anidride carbonica relativamente all’impiego di energia nell’industria della carta e della stampa in Italia, analizzata sia con riferimento al valore aggiunto sia alla produzione. Tale indicatore di performance, elaborato per il periodo 1990-2019, viene comunicato annualmente alla Commissione europea nell’ambito del meccanismo di monitoraggio delle emissioni di gas a effetto serra della Comunità e per l'attuazione del Protocollo di Kyoto.INTENSITA' DI EMISSIONE DI ANIDRIDE CARBONICA NELL'INDUSTRIA CHIMICAViene presentata l’intensità di emissione di anidride carbonica relativamente all’impiego di energia nell’industria chimica in Italia, analizzata con riferimento al valore aggiunto. Tale indicatore, elaborato per il periodo 1990-2019, viene comunicato annualmente alla Commissione europea nell’ambito del meccanismo di monitoraggio delle emissioni di gas a effetto serra della Comunità e per l'attuazione del Protocollo di Kyoto.INTENSITA' DI EMISSIONE DI ANIDRIDE CARBONICA NELL'INDUSTRIA DELLA LAVORAZIONE DEI MINERALI NON METALLIFERIViene presentata l’intensità di emissione di anidride carbonica relativamente all’impiego di energia nell’industria della lavorazione dei minerali non metalliferi in Italia, analizzata con riferimento sia al valore aggiunto del settore sia alla produzione di cemento. Le emissioni di CO2 derivanti dai processi energetici nell'industria della lavorazione dei minerali non metalliferi decrescono del 48,2% dal 1990 al 2019. Tali indicatori, elaborati per il periodo 1990-2019, vengono comunicati annualmente alla Commissione europea nell’ambito del meccanismo di monitoraggio delle emissioni di gas a effetto serra della Comunità e per l'attuazione del Protocollo di Kyoto.INTENSITA' DI EMISSIONE DI ANIDRIDE CARBONICA NELL'INDUSTRIA SIDERURGICAViene presentata l’intensità di emissione di anidride carbonica nell’industria siderurgica in Italia, analizzata con riferimento sia al valore aggiunto del settore sia alla produzione di acciaio (contrariamente alle precedenti edizioni in cui volendo riferire l'indicatore alle acciaierie integrate si considerava solo la produzione di acciaio BOF, a partire dalla presente edizione l'indicatore è calcolato sulla produzione nazionale di acciaio). Tali indicatori, elaborati per il periodo 1990-2019, vengono comunicati annualmente alla Commissione europea nell’ambito del meccanismo di monitoraggio delle emissioni di gas a effetto serra della Comunità e per l'attuazione del Protocollo di Kyoto. Le emissioni di CO2 derivanti dall'industria siderurgica decrescono del 61,1% dal 1990 al 2019. Nel 2019 le emissioni sono diminuite del 3,4% rispetto all'anno precedente.INVESTIMENTI PER LA PROTEZIONE DELL'AMBIENTENel 2018, gli investimenti per la protezione dell’ambiente delle imprese industriali diminuiscono del 10,6% rispetto al 2017. Con riferimento alla tipologia di spesa, gli investimenti di fine ciclo (end of pipe) sono ancora la componente più importante degli investimenti per la protezione dell’ambiente con un'incidenza pari al 57,9% del totale. L'indicatore valuta gli investimenti per la protezione dell'ambiente da parte delle imprese industriali (industria in senso stretto). Nell’industria manifatturiera oltre il 55% degli investimenti per la protezione dell'ambiente è realizzata dall'industria della fabbricazione di coke e prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio, dall'industria metallurgica, dalla chimica e dalle industrie alimentari.REGISTRO PRTR: EMISSIONI IN ACQUA ( GIÀ REGISTRO INES: EMISSIONI IN ACQUA)EPRTR (European Pollutant Release and Transfer Register) è il Registro integrato che l’UE ha realizzato sulla base di quanto previsto dal Regolamento CE 166/2006, allo scopo di mettere a disposizione del pubblico l’informazione relativa agli impatti sull’ambiente derivanti dagli stabilimenti industriali che rientrano nei criteri stabiliti nella normativa. L’indicatore rappresenta le emissioni totali nelle acque superficiali e i trasferimenti di inquinanti nelle acque reflue degli stabilimenti industriali che hanno comunicato tali dati al registro nazionale PRTR. Nel 2019 sono state dichiarate 71 sostanze presenti nelle emissioni in corpo idrico superficiale, mentre con riferimento al trasferimento di inquinanti nelle acque reflue inviate mediante condotta a un trattamento esterno di depurazione le sostanze dichiarate sono state 56. I gruppi di attività PRTR che contribuiscono con percentuali maggiori alle emissioni delle sostanze dichiarate nei reflui e nelle acque superficiali sono quelle relative "Gestione dei rifiuti e delle acque reflue" e "Industria chimica”.REGISTRO PRTR: EMISSIONI IN ARIA (GIÀ REGISTRO INES: EMISSIONI IN ARIA)EPRTR (European Pollutant Release and Transfer Register) è il Registro integrato che l’UE ha realizzato sulla base di quanto previsto con il Regolamento CE 166/2006, allo scopo di mettere a disposizione del pubblico l’informazione relativa agli impatti sull’ambiente derivanti dagli stabilimenti industriali che soddisfano i criteri stabiliti nella normativa. L’indicatore rappresenta le emissioni totali in aria degli stabilimenti industriali che hanno comunicato tali emissioni al registro nazionale PRTR. Le emissioni in aria dichiarate con riferimento al 2019 sono relative a 40 sostanze. Confrontando i dati 2019 con quelli 2007, è possibile osservare che per 27 sostanze le emissioni totali nazionali in atmosfera sono in diminuzione (per 22 di queste si osservano riduzioni maggiori del 40%), per 6 sostanze le emissioni complessive sono in aumento (tra queste: l'acido cianidrico +144% sul 2007, gli idrofluorocarburi +212% sul 2007 e l'ammoniaca +139%), mentre per 7 sostanze non è possibile eseguire un confronto e identificare un trend.REGISTRO PRTR: NUMERO DI STABILIMENTI E ATTIVITÀ PRTR (GIÀ REGISTRO INES: NUMERO DI STABILIMENTI E ATTIVITÀ IPPC)EPRTR (European Pollutant Release and Transfer Register) è il Registro integrato che l’UE ha realizzato sulla base di quanto previsto dal Regolamento CE 166/2006, allo scopo di mettere a disposizione del pubblico l’informazione relativa agli impatti sull’ambiente derivanti dagli stabilimenti industriali che soddisfano i criteri stabiliti nella normativa. Le sorgenti industriali da cui originano la maggior parte delle emissioni in aria e acqua sono 4.074 nel 2019, di cui 3.117 ubicati al Nord, 503 al Centro, 448 nel Meridione e 6 in mare. Il numero di attività PRTR dichiarate è pari a 5.011. In generale il numero di attività PRTR totali risulta sempre maggiore del numero di dichiarazioni pervenute, in quanto in uno stesso stabilimento dichiarante possono essere svolte una o più attività PRTR.REGISTRO PRTR: TRASFERIMENTO FUORI SITO RIFIUTIEPRTR (European Pollutant Release and Transfer Register) è il Registro integrato che l’UE ha realizzato sulla base di quanto previsto con il Regolamento CE 166/2006, allo scopo di mettere a disposizione del Pubblico l’informazione relativa alle pressioni sull’ambiente derivanti dagli stabilimenti industriali che soddisfano i criteri stabiliti nella normativa. L’indicatore rappresenta le quantità di rifiuti pericolosi e non pericolosi, originate dagli stabilimenti industriali che hanno comunicato tali dati al registro nazionale PRTR. Considerando i dati "industria" relativi ai rifiuti pericolosi, nel 2019 i gruppi PRTR che hanno trasferito rifiuti pericolosi oltre frontiera sono stati: le attività energetiche, l'industria dei metalli e la chimica. La quantità complessiva di rifiuti pericolosi trasferita all’estero è pari al 14% del totale rifiuti pericolosi "industria". Anche gli impianti che ricadono nel gruppo "Gestione rifiuti e acque reflue" hanno inviato rifiuti pericolosi oltre frontiera nel 2019: circa il 25% dei rifiuti pericolosi dichiarati per questo gruppo è stato inviato all'estero.SPESE PER LA RICERCA E SVILUPPO NEL SETTORE INDUSTRIAL'indicatore registra le spese per l'aggiornamento tecnologico sostenute dalle imprese del settore industria, correlabile solo indirettamente al miglioramento delle prestazioni ambientali. Se si considerano le sole imprese industriali, i dati indicano un incremento della spesa per ricerca e sviluppo pari al 35,1% circa, tra il 2012 e il 2019. Al 2020, l’obiettivo comune per i livelli di investimento per ricerca e innovazione (pubblico più privato), convenuto per l’intera Unione Europea, è pari al 3% del PIL dell'UE. Nel 2019 l'incidenza percentuale della spesa per R&S intra-muros sul PIL risulta, per l'UE-27, pari al 2,18% del PIL, per l’Italia, pari all’1,43% del PIL, non lontano dall'obiettivo nazionale pari all'1,53%, fissato per il 2020. Non diminuisce, comunque, il ritardo accumulato rispetto ad altri Paesi europei, infatti in Francia risulta pari al 2,19%, in Germania al 3,12%, in Austria al 3,14% e in Svezia al 3,32% del PIL.