Idrosfera
- Qualità dei corpi idrici
- Laguna di Venezia
- Stato fisico del mare
- Coste
- Inquinamento delle risorse idriche
- Risorse idriche e usi sostenibili
- ACQUE DI TRANSIZIONE - ELEMENTO DI QUALITA' BIOLOGICA MACROINVERTEBRATI BENTONICI M-AMBI-TWL’indice di classificazione ecologica dell'Elemento di Qualità Biologica macroinvertebrati per le lagune costiere, M-AMBI (Multivariate-Azti Marine Biotic Index), è basato sull’analisi della struttura della comunità macrozoobentonica di fondo mobile e prende in considerazione la tolleranza/sensibilità delle specie, la diversità della comunità e la ricchezza specifica. L’M-AMBI risponde alle pressioni di origine antropica che interessano le aree di transizione e descrive lo stato di qualità ecologica in 5 classi: elevato, buono, sufficiente, scarso e cattivo.ACQUE DI TRANSIZIONE – ELEMENTO DI QUALITA’ BIOLOGICA MACROFITE MaQI-TWL’indice MaQI (Macrophyte Quality Index) (Sfriso et al.,2014) formalmente adottato dall’Italia per la classificazione dello stato ecologico degli ambienti di transizione nell’ambito della Direttiva 2000/60/CE, integra i due elementi di qualità biologica macroalghe e fanerogame acquatiche. Il MaQI risponde alle pressioni di origine antropica che interessano le aree di transizione e descrive lo stato di qualità ecologica in 5 classi: elevato, buono, sufficiente, scarso e cattivo.ACQUE INTERNE SUPERFICIALI – ELEMENTI DI QUALITA’ BIOLOGICA NEI FIUMIL’indicatore deriva dall’applicazione della normativa di riferimento per i controlli sulla qualità delle acque. Dai dati trasmessi per il 2017 sul flusso dati SOE Eionet per l'EQB Macrobenthos su un totale di 586 stazioni di monitoraggio, si rileva che il 52% di esse raggiunge l'obiettivo di qualità ambientale "Buono o superiore". Il restante 48% delle stazioni monitorate ha uno stato di qualità inferiore. I dati trasmessi per l'EQB Diatomee su un totale di 522 stazioni di monitoraggio, indicano che il 77% di esse raggiunge l'obiettivo di qualità ambientale "Buono o superiore",il restante 33% presenta uno stato di qualità inferioreACQUE MARINO COSTIERE - ELEMENTO DI QUALITA' BIOLOGICA MACROINVERTEBRATI BENTONICI M-AMBI-CWL’Indice di classificazione ecologica dell'Elemento di Qualità Biologica macroinvertebrati bentonici per la categoria acque marino costiere ai sensi della Direttiva quadro sulle acque (D.Lgs. 152/06), M-AMBI (Multimetric-AZTI Marine Biotic Index), permette una valutazione sinecologica dell’ecosistema in esame. È basato sull'analisi della struttura della comunità a macroinvertebrati bentonici, considerando il valore ecologico delle specie di macrozoobenthos di fondi mobili. Le specie sono suddivise in cinque gruppi ecologici (opportuniste (I ordine), opportuniste (II ordine), tolleranti, sensibili/tolleranti e sensibili) in relazione alla sensibilità ai gradienti di stress ambientale. L’indice descrive lo stato di qualità dell'EQB macroinvertebrati bentonici in 5 classi: elevato, buono, sufficiente, scarso e cattivo. Nel complesso non si rilevano situazioni di particolare criticità per quanto attiene gli anni 2016 e 2017, nelle regioni costiere per le quali sono disponibili i dati.CLASSIFICAZIONE DELLE ACQUE DI BALNEAZIONEDurante la stagione balneare 2018 sono state monitorate 5.539 acque di balneazione, 4.871 costiere e di transizione e 668 interne. La classificazione è stata fatta utilizzando i risultati del monitoraggio effettuato durante la stagione balneare 2018 e quelli delle tre stagioni precedenti (2017-2016-2015). A livello nazionale la maggior parte delle acque è in classe eccellente (88,7%), tuttavia permangono ancora delle criticità dovute alle presenze di acque in classe scarsa (1,4%) e non classificabili (2%), per le quali non è possibile esprimere un giudizio di qualità.CONCENTRAZIONE OSTREOPSIS OVATAOstreopsis cf. ovata è una microalga bentonica potenzialmente tossica, ad oggi presente nella maggior parte delle regioni costiere italiane con fioriture che possono dare luogo a fenomeni di intossicazione umana e a effetti tossici su organismi marini bentonici (stati di sofferenza o mortalità). La continua espansione lungo le coste italiane di Ostreopsis cf. ovata, delle sue fioriture e delle problematiche sanitarie, ambientali ed economiche a essa associate, ha portato a istituire un programma di monitoraggio di sorveglianza della microalga a partire dal 2007. Tale attività viene eseguita annualmente nella stagione estiva dalle Agenzie Regionali per l’Ambiente (ARPA). I dati finora forniti dalle ARPA, raccolti ed elaborati da ISPRA hanno chiarito la distribuzione e l’andamento delle fioriture a livello nazionale e regionale. Ad oggi la microalga non è stata mai rilevata nelle acque costiere dell'Emilia-Romagna.MONITORAGGIO STRATEGIA MARINA - CONCENTRAZIONE DI CONTAMINANTILa concentrazione di inquinanti nell’ambiente marino e i loro effetti sono stati valutati tenendo in considerazione gli impatti e le minacce per l’ecosistema. La Decisione 2017/848 del 17 maggio 2017, che definisce i criteri e le norme metodologiche relativi al buono stato ecologico delle acque marine nonché le specifiche e i metodi standardizzati di monitoraggio e valutazione, abroga la Decisione 2010/477/UE e integra le disposizioni relative al Descrittore 8 (Le concentrazioni dei contaminanti presentano livelli che non danno origine a effetti inquinanti) e al Descrittore 9 (I contaminanti presenti nei pesci e in altri prodotti della pesca in mare destinati al consumo umano non eccedono i livelli stabiliti dalla legislazione dell'Unione o da altre norme pertinenti) della Direttiva Quadro sulla Strategia Marina 2008/56/CE (MSFD) con le disposizioni della Direttiva Quadro sulle Acque 2000/60/CE (WFD) per le acque territoriali e/o costiere e del Regolamento (CE) n. 1881/2006 così da garantire un adeguato coordinamento dell’attuazione dei due quadri giuridici. Sono state considerate le sostanze o i gruppi di sostanze che: 1) sono inclusi nell’elenco delle sostanze prioritarie di cui all’allegato X della Direttiva 2000/60/CE e ulteriormente regolamentate nella Direttiva 2013/39/EU che modifica la Direttiva 2008/105/CE; 2) sono inclusi tra gli inquinanti specifici dei bacini idrografici di cui alla Direttiva 2000/60/CE, allegato VIII, nelle acque costiere; 3) pur non essendo inclusi nei punti 1) e 2) vengono scaricate nella regione, sottoregione o sottodivisione marina interessata e il loro rilascio nell’ambiente (comprese perdite, scarichi o emissioni) pone rischi significativi per l’ambiente marino dovuti all’inquinamento passato e presente. I progressi verso il conseguimento di un buono stato ambientale dipenderanno dalla graduale eliminazione dell’inquinamento, ossia dalla capacità di mantenere entro limiti accettabili la presenza dei contaminanti nell’ambiente marino e dei relativi effetti biologici, in modo da garantire che non abbiano impatti significativi e non causino rischi per l’ambiente marino.MONITORAGGIO STRATEGIA MARINA – RIFIUTI MARINI SPIAGGIATICon il Decreto Legislativo n. 190/2010 di recepimento della Direttiva Quadro sulla Strategia per l'Ambiente Marino, l’Italia dispone del contesto giuridico per affrontare organicamente una protezione dei suoi mari basata sulla conoscenza effettiva dello stato dell’ambiente su scala nazionale. Dal programma di monitoraggio effettuato per l’attuazione della Strategia Marina, oggi è possibile avere una prima base di riferimento sulla quantità dei rifiuti marini nei suoi diversi comparti. La composizione, la quantità e la distribuzione territoriale dei rifiuti sul litorale che non provochi danni all'ambiente costiero e marino sono tra i requisiti per raggiungere il buono stato ambientale delle acque marine. La quantità di rifiuti ritrovati sui litorali è ingente, con valori mediani che superano i 400 oggetti ogni 100 m lineari di spiaggia. Naturalmente la plastica (bottiglie e sacchetti di plastica, contenitori per alimenti, cassette per il pesce in polistirolo, lenze da pesca in nylon, ecc.) si conferma come il materiale più trovato e soprattutto le plastiche monouso rappresentano il rifiuto più ritrovato con valori mediani che superano i 130 oggetti/100 m di spiaggia.SOSTANZE CHIMICHE NELLE ACQUE SOTTERRANEEIIl monitoraggio chimico delle acque sotterranee nel 2017 è stato eseguito su un totale di 4.562 stazioni di monitoraggio appartenenti a 16 regioni e 2 province autonome con un minimo di 7 stazioni della Basilicata a un massimo di 561 del Piemonte. La rappresentazione dell’indicatore è stata effettuata distinguendo le sostanze chimiche di origine antropica da quelle di possibile origine naturale, tenendo conto degli standard di qualità e dei valori soglia definiti nella tabella 2 e 3 del DM 6 luglio 2016. Le sostanze di origine antropica determinate dalle diverse regioni e province autonome non presentano superamenti nel 48,3% delle stazioni, superano per una sola sostanza nel 37,7% delle stazioni e superano per due o più sostanze nel restante 14% delle stazioni. Per quanto riguarda, invece, le sostanze di possibile origine naturale, non si rilevano superamenti nel 55% delle stazioni, mentre nel 34,5% di stazioni vi è una sola sostanza che supera i valori soglia e nel 10,5% restante si verificano due o più superamenti.SOSTANZE CHIMICHE NELLE ACQUE SUPERFICIALIIl monitoraggio chimico dei corsi d'acqua nel 2017 è stato eseguito dalle ARPA/APPA su un totale di 1.867 stazioni di monitoraggio appartenenti a 15 regioni e 2 province autonome. La rappresentazione dell’indicatore è stata effettuata considerando sia gli Standard di Qualità Ambientale - Medio Annuo (SQA - MA) sia Standard di Qualità Ambientale - Concentrazione Massima Ammissibile ( SQA-CMA) nelle acque superficiali definiti nel D.Lgs. 172/2015. Su scala nazionale l’87,1% delle stazioni non presenta superamenti degli SQA-MA e il 98,6% delle stazioni non presenta superamenti degli SQA-CMA.
- ALTEZZA DELLA MAREA ASTRONOMICA IN LAGUNA DI VENEZIAUn monitoraggio continuo delle variazioni nel tempo dell'ampiezza della marea astronomica consente di verificare cambiamenti idrodinamici e quindi morfologici interni alla Laguna di Venezia, che deve la sua sopravvivenza al mantenimento di delicatissimi equilibri ambientali. L'ampiezza della marea in laguna viene confrontata con il Golfo di Venezia, appartenente alla stessa area da un punto di vista geologico, ma esente dall'intervento antropico, caratteristico dell'ambiente di transizione considerato.CLIMATOLOGIA LAGUNAREVariazioni climatiche osservate nella Laguna di Venezia: le pressioni atmosferiche medie annuali, le precipitazioni totali annuali, il numero di giorni piovosi e le anomalie termiche consentono di fotografare i mutamenti in atto.CRESCITA DEL LIVELLO MEDIO DEL MARE A VENEZIA (ICLMM)L'indicatore misura l'innalzamento del livello medio del mare a Venezia, risultando di fondamentale importanza per gli studi e gli interventi di conservazione delle lagune e delle zone costiere a rischio di inondazioni.M-AMBI LAGUNA DI VENEZIA (MACROINVERTEBRATI BENTONICI)L’Indice di classificazione ecologica dell'Elemento di Qualità Biologica macroinvertebrati per le lagune costiere, M-AMBI (Multivariate-Azti Marine Biotic Index), è basato sull’analisi della struttura della comunità macrozoobentonica di fondo mobile e prende in considerazione la tolleranza/sensibilità delle specie, la diversità della comunità e la ricchezza specifica. L’M-AMBI risponde alle pressioni di origine antropica che interessano le aree di transizione e descrive lo stato di qualità ecologica in 5 classi: elevato, buono, sufficiente, scarso e cattivo.MAQI LAGUNA DI VENEZIA (MACROPHYTE QUALITY INDEX)L’indice MaQI (Macrophyte Quality Index) (Sfriso et al., 2014) formalmente adottato dall’Italia per la classificazione dello stato ecologico degli ambienti di transizione nell’ambito della Direttiva 2000/60/CE, integra i due elementi di qualità biologica macroalghe e fanerogame acquatiche. Il MaQI risponde alle pressioni di origine antropica che interessano le aree di transizione e descrive lo stato di qualità ecologica in 5 classi: elevato, buono, sufficiente, scarso e cattivo.NUMERO DEI CASI DI ALTE MAREEL'indicatore riporta il numero dei casi di massimi di marea per classi di altezza per singolo anno rilevati a Venezia presso la stazione di Punta della Salute. Il monitoraggio dell'andamento delle classi di marea medio alte (80-109 cm) e alte (maggiori o uguali a 110 cm) consente di controllare la pressione prodotta sia sul centro storico (dove ha effetti sulla tenuta delle rive e degli edifici), sia a livello lagunare (dove ha effetti nella vegetazione degli ambienti barenali e nella maggiore erosione delle rive naturali).RITARDO DI PROPAGAZIONE DELLA MAREA NELLA LAGUNA DI VENEZIAUn monitoraggio continuo delle variazioni nel tempo del ritardo di propagazione della marea astronomica consente di verificare i cambiamenti idrodinamici e quindi morfologici interni alla Laguna di Venezia, che deve la sua sopravvivenza al mantenimento di delicatissimi equilibri ambientali. I ritardi di propagazione della marea all'interno della laguna sono calcolati rispetto al Golfo di Venezia, appartenente alla stessa area da un punto di vista geologico, ma esente dall'intervento antropico, trovandosi in mare.
- ALTEZZA DELLA MAREA ASTRONOMICA LUNGO LE COSTE ITALIANELa marea è un fenomeno periodico di innalzamento e abbassamento della superficie del mare dovuto all’attrazione gravitazione esercitata dalla Luna, dal Sole e dagli altri corpi celesti sulle masse di acqua presenti sulla Terra e secondariamente dovuto anche alle perturbazioni meteorologiche. I dati della Rete Mareografica Nazionale (ISPRA) sono stati utilizzati per caratterizzare l’ampiezza della componente astronomica del segnale di marea lungo le coste Italiane.MAREGGIATEIndicatore di stato che individua e caratterizza gli eventi di mareggiata nei mari italiani.ONDOSITAIndicatore di stato dei mari italiani che rappresenta, in modalità qualitativa ordinale, il moto ondoso misurato in termini di altezza significativa d'onda.TEMPERATURA ACQUE MARINEIndicatore di stato dei mari italiani. Descrive la media della temperatura superficiale delle acque marine.UPWELLINGL'upwelling è un fenomeno fisico dovuto all'azione di vento e correnti che possono generare una corrente di risalita, orientata verso il largo e ortogonale alla costa. Questo fenomeno ha un notevole impatto sulla fauna ittica locale e per questo di grande interesse. L'individuazione delle aree più favorevoli al generarsi di questo fenomeno è stata realizzata utilizzando i dati di velocità e direzione del vento forniti dalla Rete Mareografica Nazionale (RMN) gestita da ISPRA.
- EVAPOTRASPIRAZIONE POTENZIALEL'indicatore fornisce, per ciascun mese dell'anno, la valutazione, mediante il metodo di Thornthwaite, dell'altezza d'acqua di evapotraspirazione potenziale cumulata mensile (espressa in mm) ragguagliata alla superficie del territorio nazionale. L'indicatore è confrontato con il valore medio del periodo 1961-2017 stimato con lo stesso metodo.EVAPOTRASPIRAZIONE REALEL'indicatore fornisce, per ciascun mese dell'anno, la valutazione dell'altezza d'acqua cumulata mensile (espressa in mm) ragguagliata alla superficie del territorio nazionale che effettivamente si trasferisce in atmosfera per i fenomeni di evaporazione dagli specchi liquidi e dal terreno e di traspirazione della vegetazione, mediante il metodo di Thornthwaite e Mather. L'indicatore è confrontato con il valore medio del periodo 1961-2017.INFILTRAZIONEL'indicatore fornisce, per ciascun mese dell'anno, la valutazione dell'altezza d'acqua cumulata mensile (espressa in mm) ragguagliata alla superficie del territorio nazionale che si infiltra in profondità nel terreno a seguito delle precipitazioni. L'indicatore è confrontato con il valore medio del periodo 1961-2017.PORTATEL'indicatore fornisce una valutazione dell'andamento dei volumi d'acqua misurati in sezioni d'alveo di alcuni dei principali corsi d'acqua italiani rispetto all'anno e al decennio precedente. Per il 2017 è stato possibile rappresentare i dati di portata relativi a 6 sezioni di chiusura di altrettanti corsi d'acqua di rilievo nazionale (Arno, Adige, Bacchiglione, Po, Serchio e Tevere).PRECIPITAZIONIL'indicatore fornisce la valutazione (espressa in mm) dell'altezza d'acqua, ragguagliata alla superficie del territorio nazionale, che precipita al suolo (sia in forma liquida sia solida) per ciascun mese e per l'intero anno 2017. L'indicatore è confrontato, per ciascun mese dell'anno, con il corrispondente valore medio del periodo 1961-2017 ottenuto mediante la medesima metodologia. Nel 2017 il valore delle precipitazioni totali annue è stato sensibilmente inferiore al corrispondente valore medio del periodo 1961-2017.PRINCIPALI MISURE SUI CORPI IDRICILa Direttiva 2000/60/CE - Direttiva Quadro Acque (DQA), prevede che per ciascun Distretto idrografico, all'interno del Piano di gestione di bacino idrografico, detto anche Piano di gestione delle acque (PGA), sia stabilito un "Programma di Misure” (PdM) che, a seguito delle analisi effettuate, consenta di raggiungere gli obiettivi ambientali fissati dalla norma medesima (stato "buono" per i corpi idrici naturali; potenziale "buono" per i corpi idrici fortemente modificati o artificiali) entro il 2015. Gli obiettivi di qualità ambientale possono essere derogati o prorogati in casi particolari espressamente previsti dalla DQA. La DQA distingue le "misure di base" dalle "misure supplementari". Le prime consistono sostanzialmente nell'applicazione delle misure richieste da altre specifiche direttive (es. Direttiva Nitrati, Direttiva Habitat) e sono elencate nella parte A dell'allegato VI della DQA; le seconde sono invece misure ulteriori (es. riqualificazione fluviale, aumento delle conoscenze, strumenti fiscali) e nella parte B dell'allegato VI è riportato un elenco non esaustivo delle stesse. Stante la molteplicità e il livello di dettaglio delle misure, ai fini del reporting delle informazioni, le misure previste nei PdM sono raggruppate in 25 macro-categorie, le "Key-Type of Measures - (KTM)". Ciascuna KTM serve a mitigare l'impatto di una o più pressioni ed è possibile collegare le une alle altre. In altre parole, per ciascuna KTM può essere rappresentata la percentuale delle tipologie di pressioni significative che tali misure sono chiamate a mitigare. Le informazioni elaborate derivano dal reporting sessennale dei Piani di Gestione delle acque redatti dalle Autorità di bacino distrettuali secondo quanto previsto dalla Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE. I dati si riferiscono al sessennio 2010-2015.SICCITÀ IDROLOGICALe mappe di Standardized Precipitation Index (SPI) a 12 mesi del Bollettino di Siccità di ISPRA, che sono ottenute utilizzando le reanalisi di precipitazione a 2.5° del National Centers for Environmental Prediction/Department of Energy (NCEP/DOE reanalysis), forniscono una valutazione a livello nazionale delle condizioni di siccità idrologica quantificando il deficit o il surplus di precipitazione. La scala di aggregazione a 12 mesi dello SPI è quella che meglio descrive gli effetti della siccità sulla portata dei fiumi e sulle falde acquifere. Le mappe di SPI a 12 mesi hanno evidenziato per i primi due mesi del 2018 una situazione di siccità per l'Italia, riguardante in particolare il versante tirrenico e la Sardegna nel mese di gennaio e la Sardegna settentrionale nel mese di febbraio. Tale situazione è in gran parte conseguenza del deficit di precipitazione registrato nel corso del 2017, come è anche verificabile analizzando le mappe di SPI a 3 e a 6 mesi di gennaio e febbraio 2018 pubblicate sul Bollettino di Siccità di ISPRA, che difatti non evidenziano situazioni di criticità. Successivamente, nel corso della prima metà del 2018 le mappe hanno evidenziato una situazione di normalità, ossia precipitazioni nella media rispetto al riferimento climatologico considerato (1948-2017); mentre nella seconda metà del 2018 si riscontra un surplus di precipitazione sulla quasi totalità del territorio nazionale. Per un'analisi di dettaglio della situazione si possono consultare i bollettini idrologici e/o di siccità emessi a livello regionale.TEMPERATURA DELL'ARIAL'indicatore fornisce una rappresentazione dell'andamento delle temperature medie mensili registrate in città capoluogo di provincia/regione nel corso del 2017, confrontato con quello delle temperature medie mensili calcolato per le stesse località sul trentennio 1961-1990.