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- Strumenti per la pianificazione ambientale
Strumenti per la pianificazione ambientale
- CLASSIFICAZIONE SISMICA E MICROZONAZIONE SISMICAQuesto indicatore è focalizzato sull'evoluzione della classificazione sismica e della normativa antisismica del territorio italiano, con particolare riferimento alla microzonazione sismica (MS). Per quanto riguarda la classificazione sismica, benché dal 2006 non sia più il riferimento normativo per la progettazione antisismica, per la quale si rimanda direttamente alle Norme Tecniche per le Costruzioni (DM del 17 Gennaio 2018), essa continua a essere il riferimento per i controlli tecnico-amministrativi. L’ultimo aggiornamento fornito dal Dipartimento della Protezione Civile, relativo ad aprile 2021, classifica il territorio in quattro classi principali e sedici sottoclassi, secondo quanto proposto da ciascuna regione per i propri comuni. Relativamente alla normativa che regola le indagini di microzonazione sismica, il Dipartimento di Protezione Civile di concerto con la Conferenza delle Regioni e Province Autonome ha definito nel 2008 gli indirizzi e criteri generali. Negli anni successivi alcune regioni hanno emanato specifiche norme tecniche che adattano gli indirizzi generali al proprio territorio in funzione delle precipue fragilità, in riferimento ai problemi di amplificazione sismica e, in alcuni casi, anche alla pericolosità da fagliazione superficiale. La sequenza sismica che ha colpito l’Italia Centrale dal 24 agosto 2016 ha dato impulso alla realizzazione degli studi di microzonazione sismica di III livello in tutti i 140 comuni da essa interessati, validati dal gruppo di lavoro istituito all’uopo dal Commissario Straordinario per la ricostruzione nel Centro Italia. Sono in corso vari studi di approfondimento sulle faglie attive e capaci nell'ambito delle MS di III livello che verranno portati a compimento entro la fine del 2021.INTERVENTI URGENTI PER LA RIDUZIONE DEL RISCHIO IDROGEOLOGICOIl monitoraggio degli interventi urgenti per la difesa del suolo, che ISPRA svolge per conto del MATTM, riguarda attualmente 6.163 progetti, finanziati dal 1999 al 31 dicembre 2020, distribuiti su tutto il territorio nazionale per un importo complessivo di € 6.962.252.527. Degli attuali 6.163 interventi, il 66% (4054) risulta concluso, l’11% (698) è in esecuzione, l’8% (511) è in fase di progettazione, mentre il 15% circa degli interventi (900) risulta da avviare. Viene inoltre analizzato il fabbisogno finanziario, aggiornato al 31/12/2020, necessario alla mitigazione del rischio idrogeologico, stimato sulla base delle richieste di finanziamento pervenute al MATTM dalle regioni, che ammonta a 26.821milioni € per un numero totale di 7.863 interventi da realizzare.PIANI CON APPLICAZIONE DELLA VAS IN SEDE REGIONALEL'indicatore fornisce un quadro della pianificazione regionale vigente relativamente a sette tipologie di piano e allo stato di applicazione dei relativi processi di Valutazione Ambientale Strategica (VAS). Al 31 dicembre 2020 risultano completati 125 piani su un totale di 147 piani previsti, raggiungendo una copertura dell’85%. Nel medesimo periodo il totale dei piani completi e vigenti con VAS è pari a 95, che rappresenta il 65% di tutti i piani completi previsti (147) e il 77% dei piani attualmente completi (125).PIANI DI RISANAMENTO REGIONALI DELLA QUALITÀ DELL'ARIASecondo quanto stabilito dalla normativa europea (Direttiva 2008/50/CE) e dal relativo recepimento nazionale (D.Lgs. 155/2010), un piano per la qualità dell’aria deve essere adottato nel caso vengano superati i limiti fissati per le concentrazioni nell’aria ambiente degli inquinanti normati. L’obiettivo di questi piani è l’individuazione di misure che garantiscano il raggiungimento dei suddetti limiti. A livello nazionale, le regioni e province autonome (autorità responsabili della gestione e valutazione della qualità dell'aria, in Italia), comunicano le informazioni sui piani regionali/provinciali per la qualità dell'aria, secondo il formato stabilito dalla Decisione 2011/850/UE, al MiTE e all’ISPRA, entro diciotto mesi dalla fine dell’anno in cui sono stati registrati per la prima volta i superamenti (D.Lgs. 155/2010, art. 9); a livello europeo, ogni Stato membro deve trasmettere le suddette informazioni alla Commissione europea (CE) "entro due anni dalla fine dell’anno in cui è stato rilevato il primo superamento" (Direttiva 2008/50/CE, art. 23). Sono analizzate le informazioni inviate nel 2020 per l'anno di riferimento 2018, da parte di 5 regioni e delle province autonome di Bolzano e Trento, e le informazioni già comunicate per il 2015 e confermate per il 2018, da 9 regioni, che non hanno effettuato l’invio per il 2018 in assenza di nuovi elementi da comunicare. Dalla suddetta analisi è emerso che la gran parte delle misure, comunicate o confermate per il 2018, è stata adottata nel settore Trasporti su strada.STATO DI APPROVAZIONE DEI PIANI COMUNALI DI RISANAMENTO ACUSTICOIl Piano di risanamento acustico comunale è previsto dalla normativa quale strumento fondamentale di gestione e risoluzione delle problematiche di inquinamento acustico sul territorio; esso rappresenta l'atto conseguente al principale adempimento da parte dei comuni: il Piano di classificazione acustica. Il Piano di risanamento deve essere coordinato con tutti gli altri strumenti previsti in materia di gestione del territorio comunale e deve recepire il contenuto dei Piani di contenimento e abbattimento del rumore delle infrastrutture di trasporto. Al 2020 questo strumento di pianificazione risulta scarsamente utilizzato sull'intero territorio nazionale: solo 66 comuni dei 4.964 dotati di classificazione acustica hanno approvato il Piano di risanamento acustico, confermando negli anni una percentuale di poco superiore all'1%.STATO DI ATTUAZIONE DEI PIANI DI CLASSIFICAZIONE ACUSTICA COMUNALEIl Piano di classificazione acustica rappresenta il principale atto di pianificazione comunale per la gestione dell'inquinamento acustico; tale Piano consiste nella suddivisione del territorio comunale in aree acusticamente omogenee, a cui sono associati dei limiti acustici, con l'obiettivo di fornire un indispensabile strumento di pianificazione dello sviluppo urbanistico e di tutela del territorio dall'inquinamento acustico. Al 2020, sul territorio nazionale, il Piano di classificazione acustica è stato approvato nel 63% dei comuni; permangono ancora evidenti, a scala regionale, le differenze di applicazione di questo strumento di pianificazione.STATO DI ATTUAZIONE DELLA CARATTERIZZAZIONE ACUSTICA DEGLI INTORNI AEROPORTUALIL'attività di gestione dell'inquinamento acustico prodotto dalle infrastrutture aeroportuali si esplica attraverso l'attuazione degli adempimenti previsti dalla normativa vigente, in particolare l'approvazione della caratterizzazione acustica dell'intorno aeroportuale, atto di pianificazione del territorio circostante l'aeroporto che permette di regolarne l'uso in maniera compatibile con i livelli sonori prodotti dall'infrastruttura, l'applicazione di specifiche procedure antirumore, al fine di minimizzare l'impatto acustico prodotto dai velivoli, e la realizzazione e gestione di un sistema di monitoraggio del rumore di origine aeroportuale. Ad oggi, questi adempimenti risultano ancora disattesi in molti aeroporti del territorio nazionale. Al 2020 solo in 19 dei 42 aeroporti in cui è presente il traffico aereo nazionale e internazionale, 39 dei quali individuati da ENAC come "aeroporti di interesse nazionale", è stata approvata la caratterizzazione acustica dell'intorno aeroportuale, atto fondamentale e prioritario di gestione dell'inquinamento acustico.STATO DI ATTUAZIONE DELLA PIANIFICAZIONE NEI PARCHI NAZIONALIL’indicatore, riferito ai 25 Parchi Nazionali attualmente istituiti, rappresenta lo stato di attuazione dei Piani per il Parco ex art. 12 L 394/1991 all’interno del complesso iter di formazione – adozione - approvazione da parte delle Autorità competenti. Rispetto al 2019, il numero dei Piani per i Parchi vigenti è aumentato di 1 unità (Gran Sasso) arrivando a 11 Piani vigenti . Persiste una situazione di grave ritardo in cui spiccano 8 Piani dei Parchi Nazionali ancora nella fase iniziale (preparazione e adozione) anche se 2 di questi (Abruzzo e Pollino) hanno prodotto atti formali che testimoniano un avanzamento dell’iter. Relativamente allo Stelvio il Piano è stato adottato solo relativamente alla porzione lombarda del Parco. Dei 4 Piani ricadenti nella Fase 2 (deposito e consultazione pubblica) solo 2 Parchi Nazionali (Circeo e Sila) nel 2020 mostrano passi avanti nell'iter.STATO DI AVANZAMENTO DEI PIANI D'AMBITO TERRITORIALE OTTIMALEI Piani d'Ambito (PdA) nell'ambito della gestione delle risorse idriche rappresentano uno strumento per pianificare e programmare le attività del Sistema Idrico Integrato (SII) ovvero dei servizi pubblici di captazione, adduzione e distribuzione di acqua ad usi civili, di fognatura e di depurazione delle acque reflue. L'indicatore fornisce a scala nazionale un quadro dei Piani d'Ambito attualmente vigenti negli Ambiti Territoriali Ottimati (ATO) in cui il territorio regionale risulta suddiviso in attuazione della normativa vigente.STATO DI AVANZAMENTO DEI PIANI DI GESTIONE DEI DISTRETTI IDROGRAFICILa Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE (DQA) prevede il riesame e l’aggiornamento dei Piani di Gestione dei bacini idrografici (PdG) entro 15 anni dall'entrata in vigore della direttiva stessa e, successivamente, ogni sei anni (art. 13). Pertanto, in attuazione di tale indicazione, al fine di elaborare il ciclo di pianificazione relativo al periodo 2015-2021, nel 2012 si è avviato il riesame e l'aggiornamento dei primi PdG adottati nel 2010, concluso con la loro approvazione tra marzo e giugno 2016. Per quanto riguarda, invece, il secondo aggiornamento, ai sensi dell’art. 117 comma 2bis del D.Lgs. 152/2006, questo si dovrà completare entro dicembre 2021. In tale ambito tutte le 7 Autorità di Distretto hanno avviato tale procedura con l’avvio della consultazione pubblica e la adozione del Progetto di adeguamento. Per quanto riguarda invece i Piani di Tutela delle Acque (PTA), mediante i quali le regioni, sulla base degli obiettivi fissati a scala di distretto idrografico dai PdG, definiscono gli interventi volti a garantire il raggiungimento o il mantenimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici e le misure necessarie alla loro tutela qualitativa e quantitativa a livello regionale, 11 regioni/province autonome hanno un PTA adottato/approvato alla luce dei PdG 2015.STATO DI AVANZAMENTO DEI PROGRAMMI D’AZIONE PER LA TUTELA E IL RISANAMENTO DELLE ACQUE DALL'INQUINAMENTO CAUSATO DA NITRATI DI ORIGINE AGRICOLAIn attuazione della Direttiva 91/676/CEE (Direttiva Nitrati), il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, all’articolo 92, comma 7, prevede che le regioni adottino e attuino i programmi d'azione (PdA) obbligatori per la tutela e il risanamento delle acque dall'inquinamento causato da nitrati di origine agricola nelle zone designate come vulnerabili ai nitrati (ZVN). Il comma 8-bis del citato articolo 92 prevede che le regioni riesaminino e, se del caso, rivedano i programmi d'azione obbligatori almeno ogni quattro anni. I PdA, insieme alle ulteriori misure intraprese in ottemperanza alla Direttiva Nitrati (per esempio, designazione delle zone vulnerabili), costituiscono misure di base dei programmi di misure dei Piani di tutela delle acque e dei Piani di Gestione dei bacini idrografici e, come tali, contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi della Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE. L’indicatore consente di monitorare lo stato di avanzamento dei PdA delle regioni sul cui territorio insistono ZVN. Tutte le regioni in cui risultano designate zone vulnerabili ai nitrati da almeno un anno hanno adottato il relativo Programma d’Azione.