COSTA PROTETTA CON OPERE DI DIFESA
Descrizione e scopo:
L’indicatore fornisce la stima su base regionale, provinciale, comunale e su ripartizioni in macro-aree geografiche della costa protetta con opere di difesa.
I litorali italiani sono soggetti a intensi fenomeni erosivi con arretramento della linea di riva e riduzione dell’ampiezza delle spiagge. L’azione del mare, specie negli eventi di tempesta, mette in crisi la sicurezza di strade e ferrovie e pregiudica attività socio-economiche, anche di tipo turistico balneare, che si sviluppano lungo la costa. La frequenza dei danni causati dalle mareggiate e lo sfruttamento sempre maggiore del territorio rivierasco inducono gli enti preposti alla programmazione e alla realizzazione di un numero crescente di interventi di difesa costiera. In Italia il D.Lgs. n. 112 del 31 marzo 1998, in attuazione del capo I della legge n. 59 del 15 marzo 1997, conferisce funzioni alle regioni in materia di programmazione, pianificazione, gestione integrata degli interventi di difesa delle coste e degli abitati costieri (art. 89 comma 1 lett. h), lasciando allo Stato i compiti di rilievo nazionale relativi agli indirizzi generali e ai criteri per la difesa delle coste (art. 88 comma 1 lett. aa).
Le soluzioni di protezione dei litorali e di contenimento del dissesto per erosione adottate negli anni dalle amministrazioni sono in prevalenza interventi con opere di difesa costiera “rigide”, ossia strutture fisse capaci di interferire con il moto ondoso e di limitare gli effetti dannosi delle mareggiate, e in alcuni casi interventi con opere “morbide”, che prevedono interventi di ripristino delle spiagge con ripascimenti artificiali e recupero del sistema dunale.
Le opere di difesa costiera “rigide” sono un insieme eterogeneo di strutture che, secondo le caratteristiche di forma e di posizionamento, interagiscono con la dinamica litorane. In linea di massima le opere di difesa longitudinali la riva permettono di attenuare l’azione delle onde sulla costa e di limitare il dissesto dei litorali durante gli eventi di tempesta, risultato spesso ottenuto con l’installazione di scogliere o isolotti artificiali posti in mare ad alcune decine di metri dalla riva; mentre opere trasversali la linea di riva, come pennelli e foci armate in corrispondenza delle foci fluviali, permettono di modificare localmente le dinamiche di erosione-accrescimento delle spiagge. Per contrastare l’azione aggressiva del mare sono adottate anche soluzioni combinate di strutture trasversali e longitudinali la riva, ossia opere miste, e strutture radenti la riva, come estremo baluardo a protezione di manufatti marittimi e terrestri situati a ridosso della riva.
L’indicatore è la sintesi dell’analisi dei tratti costa protetti da opere di difesa costiera, in funzione del tipo di opera, dei parametri dimensionali e della distanza dalla riva; la misura, espressa in chilometri di costa protetta dalle opere, è ottenuta mediante elaborazioni spaziali del catalogo delle opere di difesa rigide realizzate lungo la costa italiana, dei settori di attenuazione del moto ondoso a costa e di interazione con la dinamica litoranea indotti dalle opere di difesa e dei tratti di costa beneficiari.
L’indicatore è un parametro di supporto alla valutazione del rapporto costi/benefici degli interventi di protezione eseguiti, esaminando l’effetto di stabilizzazione e di minor dissesto sui litorali protetti ottenuto, e alla definizione di indirizzi generali per la tutela delle coste e di piani di protezione più efficaci e meno invasive degli ambienti costieri.
I dati cartografici rilevati, a cadenza periodica e uniformemente a scala nazionale, la catalogazione delle opere di protezione e l’indicatore consentono anche valutazioni comparative sia in termini di efficacia tra diverse misure di protezione messi in atto dai vari livelli di gestione (regionale, comunale e altro) sia secondo le caratteristiche territoriali e climatiche dei diversi ambiti costieri del paese.
I litorali italiani sono soggetti a intensi fenomeni erosivi con arretramento della linea di riva e riduzione dell’ampiezza delle spiagge. L’azione del mare, specie negli eventi di tempesta, mette in crisi la sicurezza di strade e ferrovie e pregiudica attività socio-economiche, anche di tipo turistico balneare, che si sviluppano lungo la costa. La frequenza dei danni causati dalle mareggiate e lo sfruttamento sempre maggiore del territorio rivierasco inducono gli enti preposti alla programmazione e alla realizzazione di un numero crescente di interventi di difesa costiera. In Italia il D.Lgs. n. 112 del 31 marzo 1998, in attuazione del capo I della legge n. 59 del 15 marzo 1997, conferisce funzioni alle regioni in materia di programmazione, pianificazione, gestione integrata degli interventi di difesa delle coste e degli abitati costieri (art. 89 comma 1 lett. h), lasciando allo Stato i compiti di rilievo nazionale relativi agli indirizzi generali e ai criteri per la difesa delle coste (art. 88 comma 1 lett. aa).
Le soluzioni di protezione dei litorali e di contenimento del dissesto per erosione adottate negli anni dalle amministrazioni sono in prevalenza interventi con opere di difesa costiera “rigide”, ossia strutture fisse capaci di interferire con il moto ondoso e di limitare gli effetti dannosi delle mareggiate, e in alcuni casi interventi con opere “morbide”, che prevedono interventi di ripristino delle spiagge con ripascimenti artificiali e recupero del sistema dunale.
Le opere di difesa costiera “rigide” sono un insieme eterogeneo di strutture che, secondo le caratteristiche di forma e di posizionamento, interagiscono con la dinamica litorane. In linea di massima le opere di difesa longitudinali la riva permettono di attenuare l’azione delle onde sulla costa e di limitare il dissesto dei litorali durante gli eventi di tempesta, risultato spesso ottenuto con l’installazione di scogliere o isolotti artificiali posti in mare ad alcune decine di metri dalla riva; mentre opere trasversali la linea di riva, come pennelli e foci armate in corrispondenza delle foci fluviali, permettono di modificare localmente le dinamiche di erosione-accrescimento delle spiagge. Per contrastare l’azione aggressiva del mare sono adottate anche soluzioni combinate di strutture trasversali e longitudinali la riva, ossia opere miste, e strutture radenti la riva, come estremo baluardo a protezione di manufatti marittimi e terrestri situati a ridosso della riva.
L’indicatore è la sintesi dell’analisi dei tratti costa protetti da opere di difesa costiera, in funzione del tipo di opera, dei parametri dimensionali e della distanza dalla riva; la misura, espressa in chilometri di costa protetta dalle opere, è ottenuta mediante elaborazioni spaziali del catalogo delle opere di difesa rigide realizzate lungo la costa italiana, dei settori di attenuazione del moto ondoso a costa e di interazione con la dinamica litoranea indotti dalle opere di difesa e dei tratti di costa beneficiari.
L’indicatore è un parametro di supporto alla valutazione del rapporto costi/benefici degli interventi di protezione eseguiti, esaminando l’effetto di stabilizzazione e di minor dissesto sui litorali protetti ottenuto, e alla definizione di indirizzi generali per la tutela delle coste e di piani di protezione più efficaci e meno invasive degli ambienti costieri.
I dati cartografici rilevati, a cadenza periodica e uniformemente a scala nazionale, la catalogazione delle opere di protezione e l’indicatore consentono anche valutazioni comparative sia in termini di efficacia tra diverse misure di protezione messi in atto dai vari livelli di gestione (regionale, comunale e altro) sia secondo le caratteristiche territoriali e climatiche dei diversi ambiti costieri del paese.
Linea di attività del progetto:
Linea 2
Linea 3
Descrizione della metodologia di elaborazione:
Per il calcolo dell’indicatore è stata definita una metodologia di acquisizione dei dati sulla fascia costiera basata sulla fotointerpretazione e classificazione delle informazioni rilevabili da mosaici di ortofoto zenitali a colori a risoluzione spaziale sub-metrica. Per la rappresentazione cartografica e la descrizione delle caratteristiche geomorfologiche dei litorali e delle strutture artificiali realizzate lungo la riva – porti, opere di protezione costiera e manufatti - sono stati definiti standard di classificazione e procedure per la determinazione dei principali parametri dimensionali. La metodologia di rilievo e di elaborazione, applicata alle coperture territoriali nazionali disponibili, ha consentito la generazione di una serie storica sullo stato delle coste italiane e di un catalogo delle opere marittime e di protezione costiera, aggiornato con le opere di nuova realizzazione e le varianti delle opere preesistenti; serie storica che costituisce la base dati per il calcolo di indicatori di stato e dei cambiamenti in area costiera.
Le fonti di riferimento utilizzate per il rilievo cartografico dei dati di base sono per il 2019 i mosaici delle ortofoto a colori disponibili sulle piattaforme Google, per il 2006 e il 2000 il mosaico delle ortofoto rispettivamente del volo IT2006 e del volo IT2000, disponibili sul Portale Cartografico Nazionale.
Il catalogo delle opere è composto da tutti i manufatti realizzati in mare o a ridosso della riva visibili dalle ortofoto, identificati per destinazione d’uso – porto, colmata, lidi, pontili, opere di difesa costiera. Le opere di difesa sono classificate per tipo – radente, scogliera, pennelli, isolotti, opere miste e foci armate, per dettagli costruttivi - ortogonali, obliqui, emerse, sommerse, per varianti intervenute dall’ultimo rilievo – ampliamento, cambio destinazione d’uso, dismissione, nuova realizzazione - e sono archiviate con la misura di parametri costruttivi principali – estensione e distanza dalla riva.
L’azione di interferenza con la dinamica litoranea e di attenuazione del moto ondoso a costa delle opere di protezione costiera varia con la tipologia e la posizione rispetto alla riva. Le opere radenti, a muro o a gettata di massi che siano, agiscono solo sul tratto di costa su cui insistono. Le scogliere interagiscono sulla costa prospiciente in funzione della dimensione, della distanza e dell’orientamento dell’opera rispetto alla riva e delle caratteristiche morfologiche della costa sottesa all’opera. Altre opere, come i pennelli e le foci armate, influiscono sui tratti di costa adiacenti in proporzione alle dimensioni dell’opera e in funzione della forma e dell’orientamento.
Per l’indicatore è stata definita una procedura che ha permesso l’individuazione dei tratti di litorale protetti da opere di difesa aderenti e staccate dalla riva. La procedura tiene conto della tipologia, della forma, della dimensione di ogni opera di difesa e della sua collocazione lungo la costa.
La delimitazione del settore di interferenza all’azione del moto ondoso provocato da ogni opera e l’aggregazione di tutti i tratti della linea di costa sottesi ai settori di protezione delle opere ha prodotto una copertura territoriale della costa italiana protetta dalle opere di difesa, a meno degli interventi di ripascimento artificiale.
Le fonti di riferimento utilizzate per il rilievo cartografico dei dati di base sono per il 2019 i mosaici delle ortofoto a colori disponibili sulle piattaforme Google, per il 2006 e il 2000 il mosaico delle ortofoto rispettivamente del volo IT2006 e del volo IT2000, disponibili sul Portale Cartografico Nazionale.
Il catalogo delle opere è composto da tutti i manufatti realizzati in mare o a ridosso della riva visibili dalle ortofoto, identificati per destinazione d’uso – porto, colmata, lidi, pontili, opere di difesa costiera. Le opere di difesa sono classificate per tipo – radente, scogliera, pennelli, isolotti, opere miste e foci armate, per dettagli costruttivi - ortogonali, obliqui, emerse, sommerse, per varianti intervenute dall’ultimo rilievo – ampliamento, cambio destinazione d’uso, dismissione, nuova realizzazione - e sono archiviate con la misura di parametri costruttivi principali – estensione e distanza dalla riva.
L’azione di interferenza con la dinamica litoranea e di attenuazione del moto ondoso a costa delle opere di protezione costiera varia con la tipologia e la posizione rispetto alla riva. Le opere radenti, a muro o a gettata di massi che siano, agiscono solo sul tratto di costa su cui insistono. Le scogliere interagiscono sulla costa prospiciente in funzione della dimensione, della distanza e dell’orientamento dell’opera rispetto alla riva e delle caratteristiche morfologiche della costa sottesa all’opera. Altre opere, come i pennelli e le foci armate, influiscono sui tratti di costa adiacenti in proporzione alle dimensioni dell’opera e in funzione della forma e dell’orientamento.
Per l’indicatore è stata definita una procedura che ha permesso l’individuazione dei tratti di litorale protetti da opere di difesa aderenti e staccate dalla riva. La procedura tiene conto della tipologia, della forma, della dimensione di ogni opera di difesa e della sua collocazione lungo la costa.
La delimitazione del settore di interferenza all’azione del moto ondoso provocato da ogni opera e l’aggregazione di tutti i tratti della linea di costa sottesi ai settori di protezione delle opere ha prodotto una copertura territoriale della costa italiana protetta dalle opere di difesa, a meno degli interventi di ripascimento artificiale.
Dati di base associati:
Mosaicatura nazionale della costa e catalogo delle opere di difesa costiera presenti in mare o a ridosso della riva.
Ambito territoriale:
Regioni
Province
Comuni
Anno iniziale:
2000
Anno finale:
2019
Periodicità di aggiornamento:
Quinquennale
Unità di misura:
Percentuale (%)
Fonti:
ISPRA - Progetto ‘Stato e variazioni delle coste italiane 2019’
Note:
(a) I dati di base per il calcolo dell’indicatore sono stati ottenuti mediante fotointerpretazione, digitalizzazione e classificazione delle informazioni territoriali della fascia costiera rilevabili da ortofoto zenitali a colori con risoluzione sub-metrica. Per la rappresentazione cartografica, l’elaborazione e la descrizione delle caratteristiche dei litorali e delle strutture artificiali – porti, opere di difesa e manufatti - realizzate lungo la linea di riva sono stati definiti standard applicati uniformemente a tutte le coste italiane e coerenti con quelli applicati nei precedenti rilievi di osservazione dello stato e dei cambiamenti delle coste italiane.
(b) I manufatti realizzati in mare o a ridosso della riva e identificati per destinazione d’uso – porto, colmata, lidi, pontili, opere di difesa costiera - compongono un catalogo delle opere marittime e di protezione costiera. Ad ogni rilievo il catalogo è aggiornato con le opere di nuova realizzazione e con le varianti delle opere preesistenti. Le opere di difesa sono classificate per tipo – radente, scogliera, pennelli, isolotti, opere miste e foci armate -, per dettagli costruttivi - ortogonali, obliqui, emerse, sommerse -, per varianti intervenute dall’ultimo rilievo – ampliamento, cambio destinazione d’uso, dismissione, nuova realizzazione - e sono archiviate con la misura di parametri costruttivi principali – estensione e distanza dalla riva. La base dati utilizzata per il calcolo dell’indicatore è composta dal catalogo delle opere di difesa costiera e dalla linea di riva.
(c) Dati ISPRA a scala nazionale, derivanti da elaborazioni dei rilievi cartografici della linea di riva, delle spiagge e delle opere marittime e di difesa costiera al 2019. Le mappe cartografiche sono rilevate dal mosaico delle ortofoto a colori disponibile sulle piattaforme Google Maps e Google Earth nell’anno 2020. Per l’attribuzione dei diversi livelli amministrativi sono stati utilizzati i limiti comunali, provinciali e regionali ISTAT 2017.
(d) La stima della lunghezza della costa protetta con opere di difesa rigide è stata effettuata in ambiente GIS mediante delimitazione per ogni opera, secondo il tipo, la posizione e le dimensioni, del settore di interferenza all’azione del moto ondoso a costa e alla dinamica litoranea provocato dall’opera e alla successiva aggregazione di tutti i tratti di costa ricadenti nei settori di protezione delle opere di difesa presenti in mare o a ridosso della riva.
(b) I manufatti realizzati in mare o a ridosso della riva e identificati per destinazione d’uso – porto, colmata, lidi, pontili, opere di difesa costiera - compongono un catalogo delle opere marittime e di protezione costiera. Ad ogni rilievo il catalogo è aggiornato con le opere di nuova realizzazione e con le varianti delle opere preesistenti. Le opere di difesa sono classificate per tipo – radente, scogliera, pennelli, isolotti, opere miste e foci armate -, per dettagli costruttivi - ortogonali, obliqui, emerse, sommerse -, per varianti intervenute dall’ultimo rilievo – ampliamento, cambio destinazione d’uso, dismissione, nuova realizzazione - e sono archiviate con la misura di parametri costruttivi principali – estensione e distanza dalla riva. La base dati utilizzata per il calcolo dell’indicatore è composta dal catalogo delle opere di difesa costiera e dalla linea di riva.
(c) Dati ISPRA a scala nazionale, derivanti da elaborazioni dei rilievi cartografici della linea di riva, delle spiagge e delle opere marittime e di difesa costiera al 2019. Le mappe cartografiche sono rilevate dal mosaico delle ortofoto a colori disponibile sulle piattaforme Google Maps e Google Earth nell’anno 2020. Per l’attribuzione dei diversi livelli amministrativi sono stati utilizzati i limiti comunali, provinciali e regionali ISTAT 2017.
(d) La stima della lunghezza della costa protetta con opere di difesa rigide è stata effettuata in ambiente GIS mediante delimitazione per ogni opera, secondo il tipo, la posizione e le dimensioni, del settore di interferenza all’azione del moto ondoso a costa e alla dinamica litoranea provocato dall’opera e alla successiva aggregazione di tutti i tratti di costa ricadenti nei settori di protezione delle opere di difesa presenti in mare o a ridosso della riva.
- Titolo: Lunghezza e percentuale su base regionale, provinciale, comunale dei tratti di costa protetta con opere di difesa 2019
Tema:
Coste